12 giugno 2014

L'ARTIGIANATO E L'AGRICOLTURA ALLA BASE DI UNA NUOVA ECONOMIA NELLA CALABRIA GRECA




Da  studi effettuati dal 2009 a oggi, emerge che l'artigianato calabrese e in particolare quello della tradizione del territorio greco - calabro, ormai poco praticato dai giovani, è un'importante risorsa per il territorio insieme all'agricoltura. Un piano di conservazione e rivalutazione delle tradizioni artigianali ed agro – pastorali della popolazione della Calabria greca, significherebbe non solo conservare le tradizioni e l'identità culturale di un popolo, ma anche favorire un'economia nuova per il territorio, al fine di garantire la crescita e la creazione di posti di lavoro, arrestando lo spopolamento sempre più in crescita, che si registra negli ultimi anni, nei borghi del territorio. Una nuova economia fiorente per i borghi della Calabria greca, potrebbe essere basata sulla ripresa e la pratica di antichi mestieri ma anche su un "commercio equo e sostenibile" dei prodotti dell'artigianato e dell'agricoltura del territorio, dove la vendita, in botteghe e piazze equo e solidale, permette al consumatore di entrare in contatto con il produttore e la sua identità culturale. In questo contesto si può pensare di lavorare con il rilancio d’idee innovative e originali, con tecniche nuove ma sempre unite al sapere di quelle che caratterizzano le antiche lavorazioni manuali, ormai abbandonate dalle nuove generazioni. Inoltre, in condizioni più consone e favorevoli dove vi siano strumenti efficaci per la tutela e la valorizzazione di un principio d'identità culturale, la ripresa dell'artigianato e delle lavorazioni agro – pastorali del territorio greco - calabro avrebbero un ruolo non indifferente. Strumenti efficaci per la conservazione, la tutela e la valorizzazione delle antiche lavorazioni artigianali e agro - pastorali sono la creazione negli antichi borghi di musei etnografici e di laboratori didattici per trasmettere, far conoscere e riscoprire gli antichi saperi; mentre per la ripresa delle attività artigianali e agro – pastorali è il sostegno politico – sociale e la creazione di spazi per la commercializzazione che può avvenire non solo con la creazione di botteghe in antiche abitazioni recuperate e restaurate ma anche attraverso il commercio equo e solidale, che sarebbe non solo un vantaggio socio - economico con il diffondersi sempre più di un'ideologia basata sul consumo critico, lavoro sostenibile, lotta alla repressione in tutte le sue forme ma anche integrazione sociale sia per la popolazione residente sia per i migranti di diversa nazionalità, arrivati nel territorio della Calabria greca negli ultimi decenni; in questo caso, per quelli che chiedono accoglienza e hanno desiderio di soggiornare a lungo termine, si potrebbero creare dei laboratori formativi comunitari, dove sia promossa l’educazione alle nostre tradizioni artigianali ed agro – pastorali e l’acquisizione delle loro con il confronto e l’integrazione, creando per loro stessi degli spazi adibiti ad attività lavorative senza perdere l’identità culturale dei luoghi. I laboratori formativi comunitari possono essere anche un’opportunità di apprendimento per le nuove generazioni che vogliono riscoprire, scoprire e conoscere antichi saperi e mestieri. Attuando un piano di sviluppo economico e sociale seguendo i parametri descritti vuol dire creare i presupposti per fermare il fenomeno della migrazione della popolazione autoctona, incrementare il ripopolamento dei nostri insediamenti abitativi storici dell’Aspromonte greco e creare un nuovo sviluppo socio – economico che andrebbe a incrementare anche un turismo culturale ed interculturale. Pensare e intervenire sul territorio con il diffondersi del commercio equo e solidale vuol dire scegliere e attuare nella vita sociale delle comunità quella forma di attività commerciale, nella quale l'obiettivo primario non è il profitto, ma la lotta allo sfruttamento e alla povertà, fenomeno, quest'ultimo, legato a cause economiche e politiche sociali nel non rispetto del bene comune. Infatti, questa forma di commercio equo e solidale che fa crescere economicamente e garantisce ai produttori e ai lavoratori un trattamento economico e sociale equo e rispettoso, si oppone alle attività di mercato fondate sullo sfruttamento, che è alla base delle aziende che agiscono esclusivamente in un'ottica della massimizzazione del profitto. Nel commercio equo e solidale c'è la volontà di contrastare le forme di commercio comune e tradizionale degli ultimi decenni, che si basa su pratiche ritenute dannose, quali:

  • la determinazione dei prezzi, stabili da soggetti forti come le multinazionali o le catene commerciali, indipendentemente dai costi di produzione che sono a carico di soggetti deboli come contadini, artigiani ed emarginati; 
  • l'incertezza di sbocchi commerciali dei prodotti, che impedisce agli agricoltori e agli artigiani di programmare il proprio futuro e investire sulla sperimentazione e l'innovazione; 
  • il ritardo dei pagamenti, ovvero il fatto che gli acquirenti paghino la merce molti mesi dopo la consegna e spesso anni dopo che sono stati sostenuti i costi necessari alla produzione; condizione questa che favorisce l'indebolimento di soggetti economicamente fragili e un circolo improduttivo, che porta spesso all'usura; 
  • la mancata conoscenza, da parte dei produttori, dei mercati nei quali sono venduti i loro prodotti e dunque la difficoltà da parte loro di riuscire ad adeguarsi e tanto meno a prevedere e quindi affrontare mutamenti nei consumi; 
  • l'impiego di tecniche di produzione al fine di diminuire i costi che nel medio - lungo periodo si rivelano particolarmente negative per il produttore e/o la comunità di appartenenza.

Una peculiarità molto importante del commercio equo e solidale è la filiera corta, in altre parole l'esistenza di un percorso produttivo breve per la materia prima, fatto al massimo di tre o quattro passaggi, che rendono il prodotto sempre rintracciabile per la produzione, il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione presso le botteghe o piazze solidali. Chiarite le caratteristiche e le peculiarità del commercio equo e solidale, si può comprendere meglio del perché si differenzia fortemente dal commercio tradizionale, la cui filiera è spesso fatta di numerosi passaggi che aumentano notevolmente il profitto di chi immette il prodotto sul mercato, a scapito dei produttori e del perché è vantaggioso per le piccole realtà artigianali ed agro – pastorali del territorio dove si attua. Il mercato equo e solidale, a differenza di quello comune, interviene creando canali commerciali alternativi, ma economicamente sostenibili, al fine di concedere degli sbocchi commerciali a condizioni ritenute più sostenibili per i produttori che offrono un prodotto di qualità ed economico al consumatore. Il consumatore dell’equo e solidale oltre a favorire il diffondersi di un’ideologia nel rispetto del bene comune, sul consumo critico, lavoro sostenibile e lotta alla repressione in tutte le sue forme, favorisce l’integrazione e un nuovo sviluppo socio – economico nel territorio dove è favorito un tale commercio dei prodotti artigianali ed agro - pastorali. 





FONTE:


TRIOLO V., Il QUARTIERE PRACI di MOTTA SAN GIOVANNI (RC) storia, architettura e conservazione. 
Linee guida per il recupero e il ripopolamento. 
GB Editoria, Roma, maggio 2014;
pp. 91 - 115. 

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